Seconda smarrita . Vassilissa

Partitura vocale e fisica scritta e interpretata da Stefania Ruffini e Anna Teotti

Oggetti di Scena Anna Teotti

Disegno Luci: Edwige Poulin

Regia Anna Teotti

In scena due figure cantano danzano raccontano. Azione dopo azione lasciano tracce continuando a nutrire il proprio istinto.
La parola , la voce, la danza, il canto come strumenti per rispondere a quelle domande che ci si parano davanti, domande alle quali, forse, non basterebbe una vita per dare una risposta.
Vassilissa…sono io.

Vassilissa è un racconto che unisce la danza alla voce. Le due arti si incontrano e dialogano tra loro, con il compito di raccontare la storia di Vassilissa la Bella in un susseguirsi di immagini e spazi che si aprono come piccole matriosche. Il linguaggio narrativo è costituito da parole, suoni, gesti codificati o simbolici. Le due interpreti danzano, cantano, interpretano un testo, facendo apparire, in questo scambiarsi di ruoli, i diversi personaggi della storia.
La partitura del lavoro fisico e vocale entra in contatto con tutto ciò che a prima vista è familiare, rassicurante per poi assumere anche la parte inquietante, sinistra, a volte magica. La fiaba di Vassilissa porta dentro sé tali aspetti ed è sicuramente un racconto dove il ritmo e la danza sono vitali. La smarrita della storia è costretta dalle sorellastre a perdersi in un bosco dove incontrerà la casa della Baba Jaga poggiata su zampe di gallina con ossa a fare da chiavistelli. All’interno inizierà la sua storia, il suo viaggio: l’iniziazione di una giovane donna che fidandosi del proprio istinto supererà le prove che la faranno crescere.

La Baba Jaga è una vecchia lurida, dall’aspetto orribile, puzzolente, che esce di casa a cercare “cibo”; si incontra con le forze naturali e sovrannaturali poi torna a casa per riposarsi e ogni tanto trova ad aspettala qualche giovane donna che vuole essere iniziata alla vita. La Baba Jaga ci rammenta sempre di ricordare che “chi troppo sa presto invecchierà”, un monito ad utilizzare il proprio istinto, senza dare nulla per scontato o per saputo. Come a indicare che il troppo sapere, il troppo controllare, spegne ,invecchia, toglie vita alla vita.
Così questa fanciulla smarrita nel bosco del non conoscere, del dolore, dello spaesamento, porta con sé l’istinto consegnatole dalla madre: con questo dono inizia il suo viaggio verso l’età adulta. Uno smarrimento che dopo compiti da superare le permetterà di tornare a casa e governare la propria vita con fiducia e coraggio.

trailer Vassilissa (la bella)




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